L'espressione dice tutto. Perchè forse anche il Nettuno nostrano deve aver letto la pagina dedicata al tema di Atlantide sviluppato nei diversi parchi a tema in tutto il mondo, all'interno di una rubrica dell'"ormai defunto"
Gardaland Guidebook. Vi ripropongo di seguito l'interessante approfondimento:
"Il tema di Atlantide non è stato generalmente molto diffuso nei parchi a tema, almeno sino a pochi anni fa. Basta pensare a quanto siano inflazionate tematiche come il “far west” o lo “spazio e il futuro ipertecnologico” per capire che effettivamente, il continente perduto non ha mai rappresentato una reale fonte di ispirazione per gli imagineers dei parchi di divertimento. Ciò sembra trovare difficile spiegazione, dal momento che la tematica di Atlantide appare estremamente affascinante e ricca di suggestione ed è potenzialmente in grado di offrire molteplici interpretazioni a livello figurativo. Insomma, si tratta di un tema capace di solleticare, almeno lo crediamo, la fantasia tanto del pubblico quanto di ogni addetto ai lavori.
Nel 1998 in California, nel parco
SeaWorld di San Diego, viene inaugurata un’attrazione che, oltre a sfruttare finalmente il tema di Atlantide, rappresenta uno dei punti di riferimento del suo genere:
Journey to Atlantis ( lett. “Viaggio ad Atlantide” ). Le somiglianze con la novità 2003 del parco gardesano non sono poche, a cominciare dal nome, sebbene a Gardaland più che di un “viaggio” si tratti di una “fuga” dalla città perduta. A livello tecnico, Journey to Atlantis è un water coaster che mescola abilmente elementi da flume ride, dark ride e steel coaster: gli ospiti prendono posto su barconi da otto posti e intraprendono un viaggio verso il continente perduto di Atlantide. Ma cominciamo dall’inizio…
La coda si sviluppa attraverso un piccolo villaggio di pescatori greci, interamente tematizzato in modo eccellente con vecchie reti, lanterne e altri elementi tipici della pesca. Negli edifici trovano posto alcuni teleschermi che raccontano la storia alla base dell’attrazione: un vecchio pescatore ha scoperto che Atlantide è riemersa dalle profondità del mare, portando con sé qualcosa di misterioso e di malvagio, da cui è sicuramente meglio stare alla larga… Una volta a bordo dei barconi, i visitatori fanno conoscenza con Hermes, un cavalluccio marino a fibre ottiche, che sarà la guida attraverso le oscure profondità del continente perduto. La barca comincia quindi il suo viaggio verso la mitica città, attraversando incantevoli scenari arricchiti di superbi effetti speciali. Il percorso si snoda all’interno di Atlantide, gigantesco edificio che ospita la quasi totalità del percorso, sino a raggiungerne la sommità, dalla quale la barca cade verso il basso attraverso una terrificante discesa di 60 piedi, al termine della quale gli ospiti sono completamente fradici. Si torna poi verso Atlantide, dove il convoglio attraversa un’altra discesa più piccola, al termine della quale il percorso si fa più veloce e le scenografie più buie ed inquietanti. Siamo alla parte terminale dell’attrazione, caratterizzata da alcune curve stile “pista da bob”, al termine delle quali la barca giunge nuovamente alla stazione di partenza.
Il percorso si sviluppa quindi quasi interamente all’interno della città perduta, ad eccezione delle discese che portano la barca all’esterno ( a questo proposito, è divertente sottolineare che per la modica cifra di $ 0.25 gli ospiti a terra possono divertirsi a spruzzare acqua con dei piccoli cannoncini contro i già fradici visitatori a bordo del barcone ), e la durata totale è di circa 6 minuti e 15 secondi.
Nel 2003, visto il successo dell’attrazione di San Diego, sono iniziati i lavori per la costruzione di una seconda “Journey to Atlantis” nel parco SeaWorld di Orlando, in Florida, che si preannuncia come ancora più grandiosa ed affascinante della sorella californiana. Ma non finisce qui: sempre nel 2003 vede la luce “
Atlantis Adventure” nel parco Lotte World, in Corea del Sud: ennesimo watercoaster di altissimo livello. Il percorso appare estremamente “movimentato” (d’altronde, stiamo parlando di un watercoaster), ma costellato anche da momenti “lenti”, in cui i visitatori si trovano immersi in ambienti degni del migliore dark ride.
Si discosta dalle attrazioni sin qui presentate “
Poseidon’s Fury” di Island of Adventure ( Orlando, Florida ). Non si tratta di un watercoaster, ma di una sorta di dark ride che porta i visitatori nel bel mezzo dello scontro tra Zeus e Poseidone, sino a giungere alla porta di Atlantide. Un’esperienza travolgente, arricchita da un gran numero di effetti speciali (palle di fuoco, muri d’acqua e quant’altro) e, ovviamente, da una scenografia di altissimo livello. L’attrazione si trova, infatti, inserita dentro un maestoso tempio che sorge all’interno di “The lost continent”, una delle aree che costituiscono Island of Adventure”.
Infine, pur non presentando un esplicito riferimento ad Atlantide, troviamo “Poseidon”, possente watercoaster della Mack che sorge all’interno dell’area greca di Europa Park, in Germania. Sebbene il percorso sia completamente spoglio, l’area in cui si sviluppa la coda è finemente tematizzata: l’attesa non è poi tanto pesante, se ci si trova immersi tra imponenti rovine di un palazzo greco o si può contemplare un grandioso templio simile al Partenone…"
Veniamo a noi. Detto in poche parole, non pretendo che la qualità raggiunta sia pari a quella dei "fratelli" europei e non, però pago un biglietto di ingresso, vado su "Fuga da Atlantide" e, con tutto il rispetto, VORREI fuggire da Atlantide! Ma Atlantide dov'è?!
La realizzazione nostrana, realizzazione del 2003, è imponente e di qualità.. alta qualità.. l'impatto è assolutamente incredibile ma.. la sostanza? L'ingresso all'area è ben realizzato, ci si immette in un bel vialone abbastanza ampio ma scarno dal punto di vista scenografico. Sul lato destro non vi è niente che faccia tornare alla mente Atlantide. Per fortuna si arriva presto in prossimità dell'attrazione, con un terrazzino panoramico assolutamente invidiabile. Permette di ammirare solo una parte dell'attrazione, il che fa promettere molto bene. Poi si arriva alla Queue Line.. spoglia, come quasi tutte le code di Gardaland. L'imbarco è pregevole anche se l'inizio immediatamente in salita non è dei migliori dal punto di vista panoramico. Insomma imbarcarsi e vedere solamente sto binario con una pendenza di tutto rispetto non è poi il massimo... Quindi subito una bella curva a tutta velocità, discesaaaaaaaa e SPLASH! In realtà non ci si bagna molto, ma il sollevamento laterale è abbondante. Passata la prima discesa inizia un percorso interminabile, ma contornato da.. ehm.. da UN BEL NIENTE... Si entra in una grotta con nebulizzatori (?), si esce dalla grotta e un bel serpentone meccanico è pronto per saltarci addosso (??), si prosegue ancora e ancora sino alla statua di Nettuno (???), il che è di tutto rispetto se non fosse che messa lì dov'è non ha alcun senso.. Nettuno, ma che ti incazzi a fare, manco ci siamo stati ad Atlantide e già vuoi che ce ne andiamo?! E via con la seconda salitona, poco più alta della precedente, una bella curvona, discesona e viaaaaaa SPLASH2! E qui la genialata, una sorta di enorme ominide di Atlantide, o di una specie di Nettuno.. non ho ben capito.. che sta seduto bello comodo in acqua E NON E' NEANCHE RIVOLTO VERSO DI NOI.. ci da la schiena... a che pro? Cotanta beltà per niente! Non esiste un angolo visuale, a bordo, che permetta di godere di questa realizzazione! Ancora un paio di minuti di percorso a vuoto, e poi si scende.. Mi dispiace molto perchè, a parte le due discese, il resto è pura noia, nonostante il livello scenografico sia altissimo. Altissimo nonostante non renda affatto giustizia al leggendario splendore di Atlantide..
A livello panoramico rimane comunque di tutto rispetto, sia per quanto riguarda il terrazzino iniziale, sia per quanto riguarda la terrazzata laterale.. davvero si gode appieno dell'opera compiuta, la quale lascia però un po' di amaro in bocca..
Insomma, "Fuga da Atlantide" ha un potenziale altissimo, che si infrange probabilmente nel solito limite di costi che porta ad un ridimensionamento del progetto.. Forse non potremo mai aspirare alle realizzazioni d'oltreoceano, però, a mio modesto avviso, si tratta di uno dei mille casi (in Italia) in cui forse si poteva rendere molto di più con minore sforzo.. E nella prossima puntata vi illustrerò la mia idea riguardo alcune modifiche che farei (nel limite dell'immaginazione) per rendere più appetibile il tutto, ovviamente dal mio punto di vista!
P.S. Nettuno, stai meno incazzato però!
Crybio